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L’età d’oro del Clavicembalo

Clavicembalo età d'oro
Massimo Salcito

I secoli XVII – XVIII sono generalmente considerati come il periodo aureo per il Clavicembalo. Tale strumento, insieme all’Organo, era l’unico che potesse rendere possibile l’esecuzione simultanea di più parti o voci, grazie alle tecniche dell’armonia e del contrappunto.

Spesso il Clavicembalo è considerato lo strumento antesignano del periodo Barocco. Si tratta in realtà di una definizione generica visto che lo stesso arco temporale comprende almeno tre periodi ben distinti. Possiamo considerare un primo Barocco (1610-1680), un maturo Barocco (1680-1740 circa), e infine un tardo Barocco (1740-1770). Quest’ultimo collega idealmente Rococò e Stile Galante agli albori del Romanticismo. I compositori adeguarono di conseguenza la loro produzione per questo strumento ai diversi mutamenti stilistici ed estetici delle varie epoche.

Il primo Barocco con Girolamo Frescobaldi

Per il primo Seicento figura di primo piano è certamente quella di Girolamo Frescobaldi (1583-1643). Compositore e maestro di cappella, ma in particolare clavicembalista e organista. Tra le sue opere più note, quelle pubblicate nelle Toccate e Partite d’intavolatura, in due Libri, raccolte a stampa rispettivamente nel 1615 e nel 1627. Le Toccate, le Canzoni, le Gagliarde, le Correnti e infine le Partite, ossia variazioni, su Romanesca, Monica o Ruggiero sono dei veri capolavori dalle ineguagliabili capacità d’improvvisazione del tastierista e della sua totale fedeltà all’approccio estetico-musicale della Seconda Prattica.

I tre grandi compositori del maturo Barocco: Couperin, Bach, Haendel

Tra fine Seicento e prima metà del Settecento operano figure celeberrime come quelle di François Couperin (1668-1733), Johann Sebastian Bach (1685-1750) e Georg Friedrich Haendel (1685-1759). Si tratta a tutti gli effetti di tre figure coesistenti, e nelle rispettive aree geografiche: Francia, Germania e Inghilterra.

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Il primo è noto per i suoi quattro Livres de Clavecin (dal 1716 in poi), a cui appartiene il celeberrimo brano delle Baricades Mysterieuses.

La figura di Bach rappresenta invece, nell’immaginario collettivo, la quintessenza del Barocco musicale maturo. Opere come le Variazioni Goldberg BWV 988, databili intorno al 1741-1745, le Suites cosiddette Francesi BWV 812-817, presumibilmente scritte intorno al 1722, quelle ricordate come Inglesi BWV 806-811, e infine le Partite BWV 825-830, queste ultime date alle stampe nel 1731. Queste sono solo alcune testimonianze delle straordinarie capacità del Genio di Eisenach. Tuttavia la sua fama fu quasi del tutto moderna e postuma, non certo del periodo in cui Bach visse e operò.

Le pubblicazioni di Haendel al clavicembalo sono quantitativamente inferiori a quelle di Couperin e Bach, ma a differenza di quelle godettero del favore del pubblico per tutto il secolo. È il caso delle Otto Grandi Suites (Londra, 1720), di cui certamente le variazioni note con il soprannome de “Il fabbro armonioso” non sono mai scomparse dai programmi di concerto per piano e per clavicembalo.

Domenico Scarlatti: verso le nuove conquiste musicali

Un caso a sé stante è invece quello di Domenico Scarlatti (1685-1757), operante in Spagna. Figura cronologicamente in parte contemporanea alle precedenti, stilisticamente già proiettato verso le nuove conquiste musicali di fine secolo. Le sue oltre cinquecento Sonate sono da sempre considerate l’equivalente clavicembalistico dei pianistici Notturni di Chopin. Tali opere, spesso di brevi dimensioni, testimoniano una straordinaria varietà di stili, approcci tecnici e formule musicali.

Il declino del Clavicembalo

Con la fine del Settecento il Clavicembalo cede progressivamente il proprio spazio a favore del Fortepiano e quindi al Pianoforte. Furono due le caratteristiche principali del Fortepiano e tipiche degli strumenti a corda percossa, la prima caratteristica sta nella maggiore sonorità, questa rende possibile l’utilizzo anche in spazi medio-grandi, la seconda caratteristica sta nella duttilità espressiva e fonica. Ecco perché il pur ancora costante uso del Clavicembalo, da parte dei musicisti delle generazioni di passaggio con il XIX, secolo quali Mozart ed Haydn, tenderà col tempo a ridursi sempre più scomparendo di fatto in tutta Europa intorno al 1810-1820.

Massimo Salcito

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