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Laboratorio di Musica Antica

L’innovativa esperienza didattica ed artistica del Laboratorio per il Conservatorio di Musica “Luisa D’Annunzio”

Nel novembre 2003, poco dopo aver assunto la posizione di docente titolare di clavicembalo presso il Conservatorio “Luisa d’Annunzio” di Pescara, ebbi l’idea di tentare un progetto per molti versi innovativo. Questa impresa fu resa possibile da alcuni anni di precedenti esperienze didattiche nei Conservatori di Reggio Calabria, Matera e Foggia. Fu quello un’apprendistato prezioso che affinò la comprensione dei meccanismi organizzativi e logistici essenziali all’interno di un Conservatorio di Musica. Va sottolineato come al “D’Annunzio” la musica antica fosse fino a quel momento considerata una sezione marginale e secondaria nel panorama della formazione professionale. Solo due cattedre a tempo indeterminato erano presenti nell’organico del Conservatorio: clavicembalo e flauto dolce, entrambe per di più con un limitato numero di studenti. Occorreva quindi un progetto originale e soprattutto efficace, per far sì che anche a Pescara venisse conosciuto, nella sua interezza, lo straordinario mondo della musica antica.

La riforma europea dei Conservatori di Musica

Nell’anno accademico 2003-2004 cominciava ad entrare a regime un importante progetto di riforma dell’assetto istituzionale dei Conservatori di Musica nazionali, in linea con direttive europee.

Proprio alla fine degli Anni Novanta prendeva infatti piede in Italia una riforma epocale dei Conservatori di Musica, fino ad allora basati essenzialmente sul vecchio modello voluto dalla cosiddetta riforma di Giovanni Gentile e Giuseppe Lombardo Radice, realizzata alla fine degli Anni Venti del Novecento.

Il modello artistico-professionale musicale nazionale era di conseguenza ben diverso dal sistema universitario europeo, che vedeva nei corsi di Alta Formazione Artistico Musicale una strada superiore di perfezionamento, riservata a docenti e a professionisti eccellenti. Ma a differenza del resto d’Europa, in Italia non esistevano, se non allo stato larvale, strutture formative intermedie e di selezione che portassero appunto a quel livello qualitativo.

Ne risultò, sulla carta, un modello di formazione professionale di carattere universitario, con un’organizzazione dei corsi che rispecchiava molte caratteristiche appunto delle università: crediti formativi, piano di studi, materie teoriche, pratiche e collettive.

L’esperienza musicale europea di stampo universitario aveva indubbiamente un suo fascino e anche un’effettiva funzione. In Europa esistevano infatti le cosiddette Akademie fur Alte Musik o altrove i Conservatori Superiori Nazionali, ai quali si accedeva solo dopo una ulteriore, lunga e complessa gavetta di formazione e selezione. Una effettiva autonomia di quelle strutture, dagli interessanti e spesso originali percorsi formativi, spesso realizzati appositamente per uno specifico curriculum musicale, permettevano quella varietà di proposte che in Italia, appunto a causa del modello statale standardizzato, non era stato possibile realizzare.

Il caso relativo ai percorsi relativi della cosiddetta “musica antica” è emblematico. Era da subito evidente che per una formazione così specialistica occorressero molte competenze, non automaticamente rintracciabili in percorsi standardizzati per la normale formazione classica. Quindi: contrappunto, armonia, iconografia, teoria musicale, sistemi di notazione, organologia; oltre a musica da camera per ambiti rinascimentali e barocchi, uno studio specifico della vocalità e tanti altri argomenti che richiedevano, appunto, specialistiche discipline.

Proprio sulla base di queste esperienze europee, avevo provato, nei Conservatori di Reggio Calabria, Matera e Foggia, a realizzare quelle prime innovative esperienze che avrei poi applicato a Pescara.

Le tre annate del Laboratorio di Musica Antica

Per ognuno dei tre anni accademici, dal 2003-2004 al 2005-2006, seguendo un cronoprogramma parallelo al normale anno accademico, venne quindi realizzato un particolare argomento del repertorio della musica antica:

  • la creazione di un apposito gruppo musicale specializzato, l’Usignolo, che debuttò alla fine della prima edizione del Laboratorio con un apposito programma di musiche barocche italiane e tedesche (anno accademico 2003-2004);
  • il Progetto Monteverdi, che vide al suo interno lo studio e la realizzazione in forma scenica di molte pagine del compositore cremonese, a cominciare dal “Combattimento di Tancredi e Clorinda” (anno accademico 2004-2005);
  • il masque inglese di G. F. Haendel “Acis and Galatea”, nell’originale inglese, anch’esso in forma scenica (anno accademico 2005-2006).

La prima edizione del Laboratorio: 2003-2004

Venne dedicata ad un primo, generale approccio informativo al variegato ed ampio mondo della musica antica: gli strumenti dell’epoca, le prassi esecutive, l’approccio a materie teoriche come il contrappunto storico e la trattatistica rinascimentale e barocca, la danza rinascimentale e barocca, la musica d’assieme e molti altri argomenti. La nascita del gruppo musicale del L’Usignolo permise l’individuazione dei primi partecipanti stabili all’iniziativa.

La seconda edizione del Laboratorio: 2004-2005

Forti dell’esperienza maturata nell’anno precedente, nacque l’idea di modulare la seconda edizione in funzione ad un principale tema o leitmotive: un argomento che legasse tutti i vari momenti della formazione didattica e della sperimentazione interpretativa. La scelta cadde su Monteverdi, ed in particolare sul “Combattimento di Tancredi e Clorinda”, in quanto composizione miliare nella storia musicale del Seicento Italiano. Inoltre, il “Combattimento” permetteva collaborazioni significative con esperti esterni nei campi della letteratura italiana (Tasso) e della danza storica (il duello): spunti fondamentali per proporre nuove interessanti interpretazioni per un genere musicale così poco conosciuto a Pescara.

La terza ed ultima edizione del Laboratorio: 2005-2006

La scelta del masque di G. F. Händel, Acis and Galatea, fu dettata da ragioni pratiche. Sebbene di dimensioni relativamente ridotte, la composizione era di fatto una vera e propria opera lirica, per di più in lingua inglese. L’allestimento, non solo musicale ma anche scenico, fornì di conseguenza non pochi spunti alla strutturazione didattica del Laboratorio di quell’anno. Preferii quell’opera ad altre händeliane anche per un secondo motivo. Al tempo dei miei studi universitari al DAMS di Bologna avevo avuto la fortuna di assistere ad un corso monografico sull’argomento tenuto dal Prof. Lorenzo Bianconi. La sua lettura di Acis and Galatea mi aveva letteralmente rapito, e non dimenticai molti dei significativi particolari emersi in quel corso, quando realizzammo il ciclo di concerti del 2006.

Il grande successo del Laboratorio di Musica Antica

Il Laboratorio di Musica Antica ebbe particolare successo al Conservatorio di Pescara perché prospettò un diverso e più efficace modo per studiare e suonare il “repertorio antico”, rispetto a come si fosse fatto fino a quel momento, in bilico tra la vecchia e desueta normativa ed un nuovo sistema europeo in oggettiva difficoltà operativa in Italia.

Non solo: il pubblico successo nelle varie tipologie delle iniziative, quali seminari, concerti, allestimenti, mostre, registrazioni audiovideo, trasferte sull’intero territorio regionale, fu in buona parte dovuto alla non secondaria partecipazione di docenti e studenti apparentemente lontani dallo specifico settore della musica antica. Proprio l’opera di richiamo che fece il Laboratorio con gli uni e gli altri, semplicemente realizzando un piano organico progettuale ad ampio spettro e di portata annuale, permise una crescita di forze specializzate nel settore assolutamente impensabile, e soprattutto in tempi rapidi.

Si riscontrò così una grande crescita in termini di partecipazione, passando dai circa 15 partecipanti nella prima edizione, agli oltre 70, sia interni che esterni all’Istituto, nella terza ed ultima edizione. Il risultato rappresentò una pietra miliare nella storia del “D’Annunzio”: ancora oggi, nessun evento è stato in grado di eguagliare quella crescita esponenziale in un tempo così ridotto.

Laboratorio di Musica Antica