Vai al contenuto

Johann Sebastian Bach, Invenzioni e Sinfonie

    Tra esecuzione e composizione, due aspetti fondamentali per capire davvero Bach

    Johann Sebastian Bach, Invenzioni e Sinfonie

    Tra le opere di Johann Sebastian Bach considerate minori, eppure note anche al grande pubblico si trovano le Invenzioni a due e Sinfonie a tre voci, BWV 772-786 e 787-801.

    Si tratta di composizioni nate per soddisfare una serie di necessità pratiche come:

    • il tocco;
    • il fraseggio;
    • gli abbellimenti;
    • la scansione ritmica;
    • la diteggiatura.

    Tuttavia le invenzioni avevano un’altra funzione didattica ovvero quella di fornire all’allievo degli schemi di base di composizione musicale, formali e strutturali. Queste funzioni oggi vengono ingenuamente ignorate.

    Al giorno d’oggi, la pratica digitale o tecnica allo strumento è vista come passo separato e precedente alla comprensione della composizione. Ad esempio la separazione di queste due aree è utile per il pianoforte, essendo tutto il lavoro didattico concentrato sul delicato processo di produzione sonora.

    Non era così ai tempi di J. S. Bach, quando esecuzione e composizione erano due facce della medesima competenza musicale. La comprensione della struttura armonica, contrappuntistica e formale erano considerate elementi inscindibili per una corretta esecuzione del brano.

    Inventiones e Sinfoniae, Praembula e Fantasiae

    Le due raccolte di 15 piccole composizioni ciascuna, a due e tre voci, sono generalmente note con i titoli rispettivamente di Inventiones e Sinfoniae. Lo stesso Bach utilizzò comunque anche i titoli di Praeambula e Fantasiae. È il caso del Clavier-Büchlein vor Wilhelm Friedmann (Cöthen, 1720), dove le composizioni appaiono in ordine diverso da quello che sarà in seguito il definitivo.

    Al momento sono censite circa 60 fonti manoscritte delle due raccolte, di cui un paio redatte di pugno dallo stesso Bach. Le altre copie manoscritte vennero realizzate dai figli e dagli allievi di J. S. Bach.

    In mancanza di libri a stampa, era infatti normale prassi copiare a mano, dalla “bella copia” di proprietà del maestro, le composizioni da studiare.

    Bach e l’insegnamento: Clavier-Büchlein vor Wilhelm Friedmann e Notebüchlein für Anna Magdalena Bach

    Abbiamo due testimonianze documentarie dirette che ci forniscono preziose informazioni sulle tecniche d’insegnamento di J. S. Bach.

    La prima è il Clavier-Büchlein vor Wilhelm Friedmann (Cöthen, 1720). Si tratta di una serie di brevi pezzi musicali composti per il figlio primogenito, forse in parte già frutto di precedenti lezioni impartite ad altri allievi, completati da alcune indicazioni pratiche manoscritte.

    Segue il Notebüchlein für Anna Magdalena Bach, in due versioni (Cöthen, 1722 e Lipsia, 1725), dedicato alla seconda moglie di Bach, Anna Magdalena (1701-1760). L’impianto d’approccio, consistente in un’acquisizione di varie forme musicali, stili e artifici armonici e contrappuntistici, è pressappoco il medesimo del Clavier-Büchlein, ma a differenza di quello curiosamente non contiene Invenzioni e Sinfonie.

    Abbiamo infine una terza fonte autografa, nota ai ricercatori specialisti con il titolo di Manoscritto P610, e composta sempre nel 1723, poco prima del trasferimento della famiglia Bach da Cöthen a Lipsia.

    La raccolta manoscritta contiene un’interessante prefazione, sempre scritta da Bach:

    «Metodo efficace con cui si presenta in forma chiara agli appassionati del Clavires [ossia: Clavicembalo oppure Clavicordo] e soprattutto a coloro che sono desiderosi di apprendere, non soltanto come si suona correttamente a due voci, ma anche come si può arrivare, man mano che l’allievo progredisce, a far buon uso di tre voci obbligate e ottenere così non soltanto delle buone invenzioni, ma poterle pure bene eseguire e soprattutto acquistare l’arte del cantabile [in italiano, sic] e il gusto della composizione»

    Leggi anche: Johann Sebastian Bach e le opere per Clavier. Il catalogo BWV (massimosalcito.it)

    Suonare e Comporre, due momenti inscindibili per Bach

    Formule quali il “gusto della composizione” e “l’arte del cantabile” aprono interessanti squarci sul complesso procedimento di apprendimento musicale dell’epoca.

    Da vero autodidatta e attraverso ripetuti tentativi ed errori, come ricorda il biografo Forkel, Bach aveva probabilmente compreso su sé stesso come una preparazione di base composta solo da una sezione teorica (regole dell’armonia e del contrappunto, le chiavi ed i valori) e da una mera sezione pratica (l’esercizio alla tastiera) mancasse poi del momento della sintesi creativa.

    Il piano creativo in cui interprete e compositore dimostravano di essere di fatto due facce della medesima medaglia.

    Quell’invito, “a coloro che sono desiderosi di apprendere”, sembra, allora come oggi, voler superare gli steccati del circoscritto ambito degli strumentisti a tastiera in erba, per offrire presumibilmente una strada ed un metodo a chiunque voglia diventare un musicista professionista.

    In questo contesto, il ruolo delle Invenzioni e delle Sinfonie, insieme al successivo passo formativo rappresentato dai Preludi e Fughe del Clavicembalo Ben Temperato, è essenziale ancora oggi per qualsiasi interprete specializzato nella Musica Antica.

    Massimo Salcito

    LEGGI ANCHE: Johann Sebastian Bach e le opere per Clavier. Il catalogo BWV

    Lascia un commento

    Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *