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L’Art de toucher le clavecin di François Couperin

    art de toucher le clavecin

    Il più importante trattato francese per clavicembalo del XVIII secolo

    art de toucher le clavecin

    l’Art de toucher le clavecin è il trattato teorico – pratico d’impostazione per lo studio al clavicembalo redatto da François Couperin (1668-1733). Dato alle stampe nel periodo intercorrente tra la pubblicazione dei primi due Livres dei Piéces de Clavecin. L’Art de toucher le clavecin ebbe due edizioni, la prima nel 1716 e la seconda nel 1717. Tra le testimonianze documentarie della raffinata scuola tastieristica francese del XVIII secolo, è certamente una delle le più note e apprezzate del tempo.

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    Le origini de L’Art de toucher le clavecin

    L’Art de toucher le clavecin è un’opera teorico-pratica dedicata all’approccio al clavicembalo, nata ed ampliata in funzione alla pubblicazione dei primi due Livres dei Piéces de Clavecin (1713 e 1717). François Couperin, al tempo del trattato, ha 48 anni: non è quindi una giovane promessa in cerca di fama, bensì un noto personaggio dell’entourage musicale parigino.
    Dal 1688 è organista nella chiesa di Saint-Gervais, a Parigi, e nel 1693 figura anche come organista trimestrale alla Chapelle Royale di Versailles. Non solo: può vantare relazioni amichevoli con personaggi influenti della nobiltà francese, oltre ad essere anche il maestro di musica dei principi reali, in particolare del delfino divenuto poi Re Luigi XV. Couperin ha già una certa esperienza nel campo dell’imprenditoria musicale. Nel 1690, infatti, ad appena 22 anni, ha pubblicato il manoscritto dei Piéces d’Orgue, comprendenti due Messe, e nel 1703 per Ballard, i Quatre Versets d’un motet composé et chanté par ordre du Roy. Si tratta della prima di una serie di piccole ma importanti composizioni sacre edite, tutte «composte per ordine del Re».

    I primi due Livres dei Pièces de clavecin

    La fama di Couperin è essenzialmente legata alle sue opere per clavicembalo. Nel primo Livre, in prima stampa nel 1713, sono raccolti i primi cinque Ordres, ossia la cornice formale che circoscrive una serie più o meno ampia di ordinate composizioni per tastiera, l’equivalente della suite. I successivi 7 Ordres compaiono nel secondo Livre, edito nel 1717. L’Art si colloca sin dalla sua prima stesura tra le due pubblicazioni precedenti: anzi, è proprio esplicitamente pensato affinché appaia in tale ordine temporale. A riprova di questa lettura, notiamo infatti che in entrambi i libri, in particolari passaggi musicali, appaiono delle diciture come la seguente:

    Voyés ma Méthode pour la maniere de / doigter cet endroit. page…

    Principes, Méthode, Règles, Art

    Quale la ragione di questo titolo? Nelle intenzioni di Couperin c’è un probabile implicito riferimento ad un’idea di gerarchia nelle tecniche di apprendimento nello studio al clavicembalo. Non si tratta di un’elementare raccolta di Principes, come quella di Michel de Saint- Lambert, nota all’epoca1 . Non è nemmeno un’ordinaria estensione di Règles, per loro natura comunque necessarie, per il compositore come per il musicista in genere2. Persino la formula del Méthode risulta alla fine forse inadeguata3, nonostante si tratterà di un termine molto in voga nella generazione musicale successiva, quella della Francia illuministica, pervasa dal razionalismo e che Couperin aveva comunque preso in seria considerazione4 .

    Couperin ritiene di poter proporre, grazie alla bontà del proprio procedimento didattico, un livello d’approccio superiore. La metodologia è basata su riflessioni frutto dell’esperienza didattica diretta. Se ne deduce che Couperin possa dare assolutamente per scontata tutta la serie di informazioni di base dei principi e delle regole (i valori musicali, il pentagramma, i tempi, e il loro esatto utilizzo), in quanto già presentate da predecessori5. Couperin, inoltre, conosceva almeno parte della trattatistica dell’epoca relativa ad altri strumenti. È il caso de Le Sieur Danoville, violista da gamba, insegnante e autore di un celebre libello6 . La figura e l’opera di Danoville non dovevano essergli sconosciute, in quanto Couperin era figlio e nipote di violisti da gamba, nonché autore egli stesso di composizioni per quello strumento7.

    Le due edizioni de L’Art de toucher le clavecin – 1716 e 1717

    Nella prima edizione del Second Livre dei Pièces de Clavecin, pubblicata nel 1717, il compositore aveva inserito un avviso. Informava gli acquirenti de L’Art de toucher le clavecin che avrebbero potuto scambiare gratuitamente l’esemplare con una copia aggiornata dell’anno successivo, contenente una nuova prefazione e un supplemento relativo alle diteggiature per i punti difficili del Second Livre appena pubblicato. L’aggiornamento ebbe grande successo: lo si deduce dal fatto che le copie superstiti della prima edizione siano alquanto rare.

    Ma perché ripubblicare, seppure in versione ampliata, il medesimo trattato?

    In parte lo si è già detto: per fornire maggiori e più complete informazioni per la diteggiatura dei passi difficili presenti soprattutto nel secondo Libro. Ma in parte anche perché, come dice lo stesso Couperin, nella nuova prefazione si era reso conto, ascoltando le proprie composizioni nell’interpretazione di colleghi ed estimatori, come fossero state travisate alcune delle sue osservazioni e proposte didattiche. In parte, questa inadeguatezza nel dover scrivere, quindi ristampare, almeno alcune pagine in una versione aggiornata, al fine di permetterne una più facile lettura e chiarezza, è sinonimo anche di una effettiva fragilità culturale di François8. Straordinario musicista, ma certamente dotato di una cultura generale alquanto approssimativa, Couperin aveva forse più di un problema nel redigere le sue osservazioni con lo stile e l’eleganza richieste dalle convenzioni letterarie del tempo. Può sembrare un aspetto secondario ma in effetti Couperin non fu l’unico musicista di successo in età barocca a ritenersi inadeguato almeno dal punto di vista formativo e al contatto con una società particolarmente raffinata, come doveva essere quella di Versailles e Parigi. Tipico il caso di J. S. Bach che prese appositi accordi con la città di Lipsia affinché l’incarico di Thomaskantor comprendesse anche un’adeguata e gratuita educazione generale per i figli.

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    Indice

    Vediamo a seguire l’indice dell’opera L’Art de toucher le clavecin

    • Dedica al Re
    • Prefazione
    • Piano dell’opera
    • Piccola dissertazione sulla maniera di diteggiare per avvenire alla comprensione degli abbellimenti
    • Abbellimenti utili per l’esecuzione
    • Ragioni per preferire la nuova diteggiatura delle appoggiature
    • Evoluzioni o piccoli esercizi per formare le m ani
    • A proposito di terze legate con la diteggiatura moderna
    • Serie di trilli concatenati con cambio del dito sulla stessa nota
    • Progressioni
    • Allemande
    • Passaggi difficili da diteggiare del mio Primo Libro di Pièces per clavicembalo
    • [Preludi] – Osservazioni
    • Otto Preludi
    • Passaggi problematici del mio Secondo Libro
    • Approvazione

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    Couperin, un grande compositore dimenticato

    Conoscere ed applicare in maniera pratica i dettami del trattato de L’Art de toucher le clavecin è passo ineludibile per un’interpretazione informata della musica francese per clavicembalo e naturalmente per conoscere l’opera completa di F. Couperin. Per ragioni di natura sia storica che culturale, l’opera del compositore francese è ancora relativamente poco nota in Italia. L’Art può essere quindi un’utile chiave di lettura, per il professionista come per l’appassionato.

    Massimo Salcito

    Bibliografia

    1. MICHEL DE SAINT-LAMBERT, Les principes du clavecin, Amsterdam, Roger, 1702.
    2. HARLES LEVENS (1689-1764), Abregé des règles de l’harmonie, pour apprendre la composition, Bordeaux, Chappuis, 1743.
    3. Cfr. JEAN PHILIPPE RAMEAU, Pieces de Clavessin avec un methode pour la mechanique des doigts, Parigi, Hoschereau, di poco successivo, 1724; ripreso anche dall’ancora posteriore MICHEL CORRETTE, Le maitre de clavecin pour  ’accompagnament, methode theorique et pratique, Parigi, l’autore, 1753.
    4. Nella prima edizione a stampa del primo Libro delle Pièces (1713) i riferimenti al trattato parlano di méthode, Resta comunque da chiarire quando Couperin abbia deciso per il cambio del nome, passando dall’originario Méthode a L’Art.
    5. Cfr. DAVITT MORONEY, Couperin, Marpurg and Roeser: a Germanic Art de Toucher le Clavecin, or a French Wahre Art? «The Keyboard in Baroque Europe», edited by C. Hogwood. Cambridge: Cambridge University Press, 2003, pp. 114-115.
    6. LE SIEUR DANOVILLE, L’Art de toucher le dessus e de basse de violle, Parigi, Ballard, 1686
    7. FRANCOIS COUPERIN, Pièces de Viole, Parigi, Boivin, 1728
    8. Circa queste ed altre problematiche legate al testo, cfr. SARA RICCI, “L’Art de toucher le Clavecin di François Couperin. Contesto, struttura, lingua, stile”. Francois Couperin, L’Art de toucher le Clavecin. Traduzione italiana a cura di Vera Alcalay e Sara Ricci, Bologna, Ut Orpheus, 2018, pp. VII-X

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