Un esempio di Weltanschauung bachiana: Il concerto in fa minore BWV 1056 per clavicembalo e archi
Presso il Conservatorio di Musica “Luisa D’Annunzio” di Pescara, nell’ambito della programmazione d’istituto per l’anno accademico 2021-2022, il Prof. Massimo Salcito, docente della cattedra di Clavicembalo e Tastiere Storiche ha tenuto un seminario di approfondimento su un’importante composizione di Johann Sebastian Bach.
L’argomento centrale del seminario ha riguardato il Concerto per clavicembalo e archi in fa minore BWV 1056. Quest’ultimo infatti è uno dei sette concerti giunti fino ai nostri tempi; di un ottavo è rimasto unicamente un frammento.
Il seminario si è tenuto il 1° marzo presso la Sala Bellisario di Palazzo Mezzopreti, dalle ore 10.30 alle ore 12.30, e dalle ore 13.30 alle ore 16.00.
Alla scoperta della Weltanschauung bachiana
Il concerto in fa minore, come del resto tutta la raccolta, compare spesso anche nei programmi di repertorio dei maggiori pianisti nazionali ed esteri.
Per la prima volta i partecipanti hanno potuto intraprendere un percorso analitico musicale alla scoperta della weltanschauung.
La weltanschauung è un concetto filosofico, una lettura relativa alla concezione del mondo, della vita e della posizione dell’uomo in questo universo. La teoria nasce intorno alla fine del XVIII secolo, e viene citata tra gli altri dal filosofo tedesco Immanuel Kant nella Critica del Giudizio (1790).
Il Concerto in fa minore si presta particolarmente bene per approfondire questi aspetti teorico-estetici. Un’estetica nascosta riconducibile ad una più ampia visione della concezione metafisica al tempo di Bach che svela una struttura di fondo interconnessa a concetti filosofici.
Un’opera tra le più originali e allo stesso tempo tra le più controverse del genio di Eisenach
Nel seminario è stata messa in luce una serie di problematiche musicali ancora oggi irrisolte e che sono emerse già in occasione della realizzazione della prestigiosa collana della Neue Bach Ausgabe, realizzata tra gli anni Ottanta e 2000.
Non sono mancati elementi riconducibili alla ‘teoria degli affetti’ (Affektenlehre). Una modalità interpretativa che prevedeva all’epoca del repertorio barocco una sistematizzazione dei significati di ciascun intervallo.
L’offerta didattica del Conservatorio e l’interesse crescente sulla trasversalità e le nuove potenzialità di Bach
Oltre ad avvalersi di un ricco repertorio bibliografico iconografico e musicale ma anche audiovisivo, questo seminario ha anche dei trascorsi didattici non indifferenti. Non è la prima volta che Massimo Salcito riesce a ridestare attenzione, nelle sale del Conservatorio pescarese, riguardo i temi e gli autori della musica antica. Già con l’Ensemble Il Migliarino da lui fondato è riuscito a riportare la musica di Bach negli ambienti del Conservatorio e a Dicembre ha addirittura sperimentato una modalità didattico-musicale creando una commistione tra teatro e concerto con l’evento Bach al Caffè Zimemrman tenuto a Tempera. Quest’ultimo completamente autofinanziato e che ha visto la partecipazione di molte famiglie e delle scuole di primo grado del territorio aquilano.
Un filone intraprendente degno di nota, a dimostrazione che il Conservatorio possa essere solo un “conservatore” di musica ma anche cassa di risonanza per talenti e trasversalità di ricerca musicale.