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Stanza Segreta di Musica: Il Fortepiano

    Sempre nell’estate del 2019, dopo l’esperienza con il duo di viole, ritenevo fosse il momento di provare un percorso per certi versi complementare ma indipendente al precedente.

    Essendo Carl Philipp Emmanuel Bach essenzialmente un compositore per strumenti a tastiera si poteva proporre una originale interpretazione della Sonata in do maggiore Wq 136 con trascrizione delle parti di viola da gamba e di basso continuo su un unico strumento a tastiera: il fortepiano

    Il Fortepiano nell’Auditorium Shigeru-Ban

    Il Conservatorio di Musica “Alfredo Casella”, istituzione musicale di prestigio e vanto della città di L’Aquila da molti anni, è localizzata in una struttura moderna e funzionale, dotata anche di un ottimo auditorium.

    Il Conservatorio possiede anche una piccola collezione di strumenti storici originali, tra cui un fortepiano John Broadwood realizzato a Londra nei primi dell’Ottocento, e noto agli esperti con la dicitura di square piano ossia piano da tavolo.

    L’occasione era quindi propizia per poter ancora una volta legare un nuovo capitolo del progetto C. Ph. E. Bach alla città di L’Aquila, quale simbolo di rinascita, grazie appunto alla disponibilità del prezioso strumento storico e dell’auditorium. Auditorium, il Shigeru-Ban, progettato da un ingegnere giapponese e donato da quel paese che convive con il terremoto da molti secoli, completamente realizzato in materiali leggeri e risonanti come il cartone. L’interno è infatti anche amichevolmente appellato con il nome di “canne di cartone”, perché in effetti i tubi in cartone pressato, dalle ottime caratteristiche foniche, nella loro distribuzione nei lati della sala, ricordano appunto i prospetti fonici degli organi a canne.

    Grazie alla gentile disponibilità dell’allora direttore del Conservatorio, Giandomenico Piermarini, che accettò con entusiasmo e di fatto in tempo reale la mia richiesta di collaborazione, ottenni la possibilità di registrare la sonata di Bach al fortepiano nell’auditorium.

    I collaboratori del nuovo capitolo del progetto C. Ph. E. Bach in parte cambiavano: Domenico Matteucci curava il trasporto e l’accordatura del prezioso strumento a tastiera (sistema Vallotti a la = 430 htz), affiancato come indispensabile consulente artistico alla registrazione dal fidato collega del Conservatorio di Pescara Roberto Gialluca.
    Confermati invece il fotografo Alessio Pancella e il tecnico del suono Paolo Saggese, con i quali oramai fare squadra era (ed è) una costante.

    La registrazione sperimentale sul Basso della Romanesca

    L’uscita digitale commercializzata dalla iMusician si è rivelata questa volta una vera e propria compilation, riguardante non solo i tre tempi della sonata, ma anche due ulteriori inserti, registrati all’impronta nei ritagli della sessione.

    Nello specifico: una serie di variazioni improvvisate sul basso della Romanesca Ibrida al fortepiano; e una ulteriore improvvisazione che collega idealmente tre composizioni musicali, solo apparentemente indipendenti, ossia l’Allemande in si minore dell’omonima Suite Francese BWV 814 di Johann Sebastian Bach, il basso delle Folies d’Espagne e infine la bagatella o Albumblatt WoO 59 di Ludwig van Beethoven, meglio nota con il titolo di “Per Elisa”.

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